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Musica preistorica. L’archeologia ci racconta il suono delle caverne

La musica nella preistoria è una questione molto dibattuta e controversa, poiché le uniche fonti che abbiamo sono le prove archeologiche e le ricostruzioni teoriche. Tuttavia, gli studiosi hanno fatto molti progressi nell’identificazione di strumenti musicali preistorici e nell’analisi della musica che potrebbero aver prodotto.

L’uomo preistorico ha iniziato a sviluppare la musica fin dai primi giorni della sua esistenza, anche se ci sono poche prove tangibili di questo sviluppo primordiale. Gli studiosi credono che la musica fosse un aspetto importante della vita preistorica, e che fosse strettamente legata alla cultura, alla religione e alle attività quotidiane.

Gli esordi: ritmi e vocalizzi preistorici

La musica preistorica era essenzialmente una forma di espressione e di comunicazione. Le prime forme di musica preistorica erano probabilmente vocali, con canti e ululati, che venivano utilizzati per comunicare con gli altri membri della tribù, per indicare la presenza di prede o per scacciare gli animali selvatici. Queste forme di musica erano probabilmente accompagnate da percussioni corporee, come il battito delle mani o dei piedi.

Man mano che la tecnologia si sviluppava, gli strumenti musicali preistorici divennero più sofisticati. Uno degli strumenti più antichi che abbiamo scoperto sono i flauti di osso, che risalgono a circa 40.000 anni fa. Questi flauti erano fatti di ossa di uccelli o di mammiferi, scavate con dei fori e soffiati per produrre un suono. Altri strumenti musicali preistorici includono le maracas, fatte di gusci di noce di cocco o di pietre caviate, e i timpani, fatti di tamburi di legno o di pelle di animali tesi su una struttura.

Scopri altri strumenti musicali preistorici: clicca qui per leggere la voce Wikipedia

Musica sacra, preistorica

La musica preistorica era anche un aspetto importante della religione preistorica. Gli studiosi credono che molte delle prime forme di musica fossero legate alla religione, e che fossero utilizzate nei riti di passaggio, nelle cerimonie funerarie e nelle celebrazioni di fertilità. Gli strumenti musicali preistorici erano spesso considerati sacri e venivano utilizzati solo dai sacerdoti o dai membri più importanti della tribù.

 

 

 

Oltre a essere un mezzo di comunicazione e di espressione, la musica preistorica aveva anche una funzione terapeutica. Gli studiosi credono che la musica fosse utilizzata per alleviare il dolore e lo stress, e che potesse avere proprietà curative per alcune malattie. Alcune tribù preistoriche utilizzavano la musica e la danza come parte delle loro pratiche di guarigione.

Nonostante la mancanza di prove concrete, gli studiosi hanno sviluppato molte teorie sulla musica preistorica. Uno dei principali punti di discussione riguarda la tonalità della musica preistorica. Alcuni studiosi credono che la musica preistorica fosse basata su una scala pentatonica.

Scopri tutte le scale musicali (anche le pentatoniche): clicca qui

 

I graffiti rupestri, le caverne, la musica: fare musica nella preistoria

Iegor Reznikoff è un noto specialista di musica antica/canto cristiano primitivo e archeologia acustica, con un interesse per le grotte preistoriche e le chiese romaniche e gotiche. Reznikoff ha studiato a lungo le grotte di Niaux o di Arcy-sur-Cure (Francia) e i loro graffiti e ha tirato le somme sulle abitudini che sembravano essere quelle dell’epoca preistorica.

Durante la preistoria, pare che gli artisti prestavano molta attenzione all’acustica delle caverne. Questo perché erano consapevoli che l’ascolto del riverbero della propria voce era l’unico modo per orientarsi nei cunicoli bui e comprendere cosa ci fosse oltre. In base alle loro osservazioni, la posizione e la densità delle pitture rupestri erano strettamente legate alla “qualità sonora” del luogo. Infatti, la maggior parte delle opere d’arte preistorica si trovava nei punti migliori per cantare e suonare.

In alcuni ambienti dove l’acustica era favorevole ma dipingere risultava impossibile, ad esempio in passaggi stretti, venivano utilizzate delle linee rosse come segni di decorazione. Questo dimostra come, in quel periodo storico, le arti visive e la musica fossero strettamente legate. Non era sufficiente avere una parete adatta per poter creare delle decorazioni: in questi spazi, adibiti a scopi religiosi o di altra natura, si doveva anche cantare o suonare e ascoltare l’eco della propria voce nella penombra. Evidentemente, la presenza di un’acustica favorevole era altrettanto importante quanto quella di una superficie adatta alle decorazioni.

Fonte: Repubblica.it

 

Cos’è la Preistoria e in che periodo storico si colloca?

La preistoria è il periodo della storia dell’umanità che va dalla comparsa dei primi esseri umani, circa 2,5 milioni di anni fa, fino all’invenzione della scrittura, avvenuta in diverse epoche in diverse parti del mondo, ma generalmente datata tra il IV e il III millennio a.C.

La preistoria è caratterizzata dalla mancanza di documenti scritti, poiché la scrittura non era ancora stata inventata. Di conseguenza, le informazioni sulla vita degli esseri umani in questo periodo provengono principalmente dalle prove archeologiche, dalle ossa e dalle tracce di utensili, artefatti e manufatti che sono stati ritrovati e studiati dagli archeologi.

La preistoria è suddivisa in tre grandi periodi: il Paleolitico, il Mesolitico e il Neolitico. Il Paleolitico, o Età della pietra antica, è il periodo più lungo e va dalla comparsa dei primi esseri umani fino alla fine dell’ultima era glaciale, circa 12.000 anni fa.

Durante il Paleolitico, gli esseri umani vivevano in piccole comunità di cacciatori-raccoglitori nomadi, che si spostavano continuamente alla ricerca di cibo.

Il Mesolitico, o Età della pietra media, è un periodo di transizione tra il Paleolitico e il Neolitico, e va circa dal 12.000 al 6.000 a.C. Durante il Mesolitico, gli esseri umani iniziarono a praticare l’agricoltura e l’allevamento, e a costruire insediamenti più stabili.

Il Neolitico, o Età della pietra nuova, è il periodo che va circa dal 6.000 al 3.000 a.C. Durante il Neolitico, gli esseri umani continuarono a praticare l’agricoltura e l’allevamento, e iniziarono a sviluppare la metallurgia e la ceramica. Durante questo periodo, si svilupparono anche le prime civiltà, come quella sumera in Mesopotamia e quella egizia in Egitto.

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